Cristo mia speranza è risorto!

La lettera del Parroco alle nostre comunità parrocchiali in vista della Pasqua. Il messaggio per una Chiesa in uscita, aperta a diffondere nel mondo la gioia del Signore risorto

Carissimi, “Cristo mia speranza è risorto!”

Questo è il grido che risuona nella liturgia pasquale. La vittoria di Cristo sulla morte ha abbattuto quella barriera che teneva prigioniera l’umanità, la barriera della morte. Quella che decideva che tutto quello che contava avveniva al di qua della morte. Questa barriera è stata vinta e la vita sfocia nell’eternità, e allora tutto cambia e le cose importanti non sono solo quelle che si toccano, in questo tempo breve o lungo della nostra vita, ma le cose importanti sono quelle che si accendono con l’eternità. “Se siete risorti con cristo, cercate le cose di lassù”, ci ricorda l’Apostolo Paolo.

Stiamo vivendo tempi inquieti e dolorosi: le guerre, la violenza e le sopraffazioni sono all’ordine del giorno. Anche nel buio di questo tempo, l’annuncio della Risurrezione è fonte di speranza e balsamo in mezzo a tante sofferenze. Il Signore ci assicura che la paura, il dolore e la morte non avranno mai l’ultima parola. Non siamo soli nel cammino della nostra vita. Gesù rimane tra noi nella sua Chiesa, specialmente nell’Eucarestia e soprattutto in ognuno di noi, che ha promesso agli apostoli: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di Lui” (Gv 14, 23).

La mattina di Pasqua, dopo aver visto e ascoltato, le donne corrono per annunciare ad altri la gioia della Risurrezione. Incontrare Cristo risorto ci spinge a correre, ad andare. Papa Francesco chiede di “essere Chiesa in uscita“. Non una Chiesa che si chiude in una devozione arida, che non produce frutti, ma che va fuori tra la gente, senza prepotenza, con umiltà, col mettersi al servizio degli altri, che si mescola come lievito che porta vita, che porta speranza.

[Siamo chiamati] a fare esperienza del Risorto e condividerla con gli altri; a rotolare quella pietra dal sepolcro, in cui spesso abbiamo sigillato il Signore, per diffondere la sua gioia nel mondo

Papa Francesco

Un altro aspetto che mi colpisce del racconto della Risurrezione è il fatto che il primo segno che Cristo Risorto mostra alle donne per farsi riconoscere è rappresentato dalle ferite subite durante la Passione: “Guardate le mie mani e i miei piedi” (Lc 24, 38). Le ferite non sono scomparse, ma non sono più causa di sofferenza e di morte. La sofferenza non è stata cancellata ma trasfigurata.

Carissimi, lasciamo entrare la gioia della Pasqua nella nostra vita. La luce di questo giorno ci renda forti nella speranza e fiduciosi nel futuro. Il nostro presente è già abitato dalla presenza del Signore Risorto, il nostro futuro è già nelle mani di Dio

Buona Pasqua a tutti!

Don Ennio